sabato 20 febbraio 2010

'Il Principe di Condé' come rubrica

La rubrica ‘Il principe di Condé è apparsa dal gennaio 1992 all'aprile 2006 sulla rivista bimestrale Sviluppo & Organizzazione.
Ho cominciato con Balzac, e ho terminato col Gattopardo, passando attraverso Svevo e Tolstoj, Busi e Pynchon, Manzoni e Collodi, Gombrowicz e Testori, commentando così 86 romanzi. (L'elenco alfabetico degli autori lo trovate nella colonna sulla destra).
Mi sono esercitato a cercare riflessioni e stimoli utili per chi vuol riflettere sul lavoro e sull'organizzazione in testi diversissimi. Classici dell'Ottocento, romanzi contemporanei, romanzi gialli e di fantascienza. Tutti libri, credo, che vale la pena di leggere. Sempre guidato dall'idea che i romanzieri ci insegnano a leggere le organizzazioni meglio di qualsiasi teorico del management. (Ho scritto: 'ho terminato'. Ma forse ho solo sospeso).
Buona parte dei testi è stata raccolta in Romanzi per i manager, Marsilio, 2000, in Leggere per lavorare bene, Marsilio, 2007, Il Principe di Condé, Este, 2010.
Di seguito trovate l’elenco delle puntate. 
Sono segnati con l'asterisco (*) i capitoli compresi in Romanzi per i manager. Con il doppio asterisco (**) i capitoli compresi in Leggere per lavorare bene. Con triplo asterisco (***) i capitoli compresi in Il Principe di Condé. Con quadruplo asterisco annoto le rubriche riprese nel libro Perché posso dirmi formatore, 2021.


1992
(**) Honoré de Balzac, Nascita di una economia moderna (da Le illusioni perdute)
(*) Aldo Busi, La criptofabbrica (da Vita standard di un venditore provvisorio di collant)
(**) Jorge Luis Borges, Macchine Oziose (da 'Gli Oziosi', racconto, in Cronache di Bustos Domecq, di Jorge Luis Borges e Adolfo Bioy Casares)
Primo Levi, Fuori dalla fabbrica (da La chiave a stella)
(*) Thomas Mann, La maschera del ruolo (da I Buddenbrook)
(*) Italo Svevo, Senza ruolo e senza maschera (da La coscienza di Zeno)

1993
Robert Musil, Il ruolo smascherato (da L’uomo senza qualità)
(*) Robert Walser, Passeggiando nel mercato del lavoro (da I fratelli Tanner)
(*) Lev Tolstoj, La leadership debole (da Guerra e pace)
(*) Herman Melville, Le relazioni ambigue (da Bartleby, lo scrivano)
(*) Joseph Conrad, Il passaggio della crisi (da Il tifone)
(*) Antoine de Saint Exupéry, La forza del regolamento (da Volo di notte)

1994
Georges Perec, Turismo virtuale (da La vita istruzioni per l'uso)
(**) Felisberto Hernández, Le lacrime come vantaggio competitivo (da 'Coccodrillo', racconto compreso in Nessuno accendeva le lampada)
Thomas Pynchon, Il lavoro come caccia solitaria (da V.)
(*) David H. Lawrence, Le ragioni del cottimo (da Figli e amanti)
(*) Julio Cortázar, I limiti della velocità (da 'Autostrada del sud', racconto compreso in Tutti i fuochi il fuoco)
(*) Jack London, Taylorismo in lavanderia (da Martin Eden)

1995
(*) Georges Simenon, L'organizzazione dei sotterranei, ovvero i sotterranei dell'organizzazione (da Maigret e il sergente maggiore, in originale Les caves du Majestic)
Friedrick Rolfe alias Baron Corvo, Il mestiere, lo sport e Venezia come metafora (da Il desiderio e la ricerca del tutto. Un romanzo di Venezia moderna)
(**) Aleksandr I. Solzenicyn, Il lavoro come Purgatorio (da Una giornata di Ivan Denisovic)
Isaac Bashevis Singer, 'Fare le scarpe, ovvero la qualità del servizio' (da I piccoli calzolai, racconto compreso in A Treasury of Yiddish Stories)
Gabriel García Márquez, Il machete di Occam (da L’amore ai tempi del colera)
(*) Achille Campanile, Il marketing, ovvero l'acqua a valore aggiunto (da Un’impresa colossale, racconto compreso in Gli asparagi e l’immortalità dell’anima)

1996
Eduardo Mendoza, Lo sviluppo speculativo: un modello (da La città dei prodigi)
Philip K. Dick, 'Il Tao del management' (La svastica sul sole, poi: 'L'uomo nell'alto castello')
(*) William Gibson, La Rete, ovvero la nuova minaccia (da 'La notte che bruciammo Chrome', racconto compreso nella raccolta omonima)
Elias Canetti, L'organizzazione come libro e come massa (da Autodafé)
Alexander Kluge, La comunicazione come costruzione della realtà (da L’organizzazione di una disfatta)
(**) Stendhal, Napoleone come desiderio, ovvero l’attimo fuggente (da La Certosa di Parma)

1997
Adalberto Ortiz, Dalla palma ai bottoni (da Juyungo)
(*) Guy de Maupassant, La carriera contro la morte (da Bel Ami)
Cesare Pavese, Il macchinismo nelle campagne (da Paesi tuoi)
(**) Fëdor M. Dostoevskij, Il miracolo dell’autorità e l’autorità del miracolo (da 'La leggenda del Grande Inquisitore', in I fratelli Karamazov)
(*) Shalom Aleichem, Lo stallo competitivo (da 'A Kasrilevke è arrivato il progresso', racconto compreso in Kasrilevke)
(***)Don De Lillo, L'inevitabilità della catastrofe e l'ossessione del controllo (da Rumore bianco)

1998
(*) Blaise Cendrars, Il miraggio dell'oro e i modelli di sviluppo (da L’oro)
(**) Alessandro Manzoni, Gli atteggiamenti difensivi (da I Promessi Sposi)
(**) Benito Pérez Galdós, L’accattonaggio come professione (da Misericordia)
(***) Anna Maria Ortese, Gli occhiali, ovvero strumenti per vedere il mondo (da 'Un paio di occhiali', racconto compreso in Il mare non bagna Napoli)
(*) (****) Robert A. Heinlein, Formazione Estrema (da Fanteria dello spazio)
(**) Elizabeth Gaskell, Le ragioni del buon cuore (da North and South).

1999
(*) P.D. James, Segretarie (da Morte sul fiume)
(*) Milan Kundera, Le capacità come fardello (da L’insostenibile leggerezza dell’essere)
(*) Bohumil Hrabal, Il gran teatro del servizio (da Ho servito il re d’Inghilterra)
(**) Matilde Serao, La febbre telegrafica e l’emancipazione della donna (da 'Telegrafi di Stato, Sezione femminile', racconto compreso in Il romanzio della fanciulla)
(**) Nicolaj Vasilevic Gogol, L’illusorio calore dello status symbol (da Il cappotto)
Mario Vargas Llosa, A mali estremi estremi rimedi. Ricerca intervento nell’Amazzonia peruviana (da Pantaleón e le visitatrici)

2000
(**) Herny Miller, Miseri fattorini, ovvero organizzazione di un Inferno (da Tropico del Capricorno)
(*) Émile Zola, Ascesa e trionfo del Grande Magazzino (da Il Paradiso delle Signore)
(**) Johann Wolfgang Goethe, Il lavoro come diletto, o La ricerca dell’armonia (da Le affinità elettive)
(**) Franz Kafka, Trovare l’America, o il posto di lavoro come sogno (da America)
(***) Chimo, Il lavoro come miraggio (da Lila dit ça)
(***) Viktor Olegovich Pelevin, Pubblicità, o la nuova lotta di classe (da Generation “Π”, in italiano Babylon)

2001
(***) Earl Stanley Gardner, Cercare soluzioni (da Perry Mason e il canarino zoppo)
(***) Jean-Claude Izzo, Borderline (da Il sole dei morenti)
(***) Patricia Highsmith, Opera di persuasione (da Ripley Under Ground, in italiano Il sepolto vivo)
(**) Luigi Pirandello, La professionalità come piacere e come gioco (da 'La giara' racconto compreso in Novelle per un anno)
(***) Theodor Fontane, Sentirsi nel mondo. Ovvero Saggezza e cambiamento (da Il signore di Stechlin)
Howard Fast, U.S.A., 1945 (da Sciopero a Clarkton)

2002
(***) Emilio De Marchi, Sentimenti e risentimenti di un impiegato (da Demetrio Pianelli)
(***) George Saunders, Per chi lavora l’organizzazione (da 'Pastoralia', racconto compreso nella raccolta omonima)
(**) Virgilio Piñera, Il tempo non è denaro (da 'El filántropo', racconto compreso in Cuentos)
(**) Edgar Allan Poe, La sagacia del poeta (da 'La lettera rubata', racconto compreso in Racconti)
(***) Michel Tournier, La professionalità come segreta simpatia e come lettura del mondo (da Il Re degli ontani)
(**) (****) René Daumal, La formazione essenziale e la macchina analogica (da Monte Analogo)

2003
(***) Ursula Le Guin, Etnografia dei sistemi informativi (da Always Coming Home, in italiano Sempre la valle)
(***) Kazuo Ishiguro, Quel che resta del tempo di lavoro (da Quel che resta del giorno)
(***) Gustave Flaubert, Il diritto all’autobiografia (da L’educazione sentimentale)
(***) Goffredo Parise, Verso un’ecologia del potere (da Il padrone)
B. Traven, Il lavoro vi farà liberi (da La nave morta)
Ellery Queen, U.S.A., 1963 (da Il quarto lato del triangolo)

2004
(***) Ennio Flaiano, Il marziano e il controllo dell’incertezza (da 'Un marziano a Roma, racconto compreso in Diario notturno)
(****) David Foster Wallace, Perché rifiutiamo i baci del destino (da Infinite Jest)
Isaac Asimov, Storia futura, o la fine dell’antropocentrismo (dal Ciclo della Fondazione)
(***) Graham Greene, Anatomia del successo (da I naufraghi)
(**) (****) Carlo Collodi, Il lavoro secondo Pinocchio (da Pinocchio)
Jonathan Franzen, La vita in cucina (da Le correzioni)

2005
(***) Norman Spinrad, Il potere dello spettacolo (da Jack Barron Show)
(**) Silvio D’Arzo, L’etica personale e l’etica del ruolo (da Casa d’altri)
(***) Raymond Carver, Gesti minimi, (da Cose piccole ma buone, racconto)
(**) (****) Witold Gombrowicz, Critica della forma (da Ferdydurke)
(***) Kurt Jr. Vonnegut, La rivoluzione dei manager e i paradossi della tecnologia (da Piano Meccanico)
(**) Giovanni Testori, Lo sport come moderna festa crudele (da 'Il dio di Roserio', racconto compreso in Il ponte della Ghisolfa)

2006
(***) John Wyndham, L’orlo del caos (da Il giorno dei trifidi)
(***) Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Gattopardismo (da Il Gattopardo).

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